Ricevere il battesimo con cui Gesù è stato battezzato

Dal Vangelo secondo Marco 1,7-11

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.
Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba.
E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Nicolò, Battesimo di Gesù, Duomo di Ferrara (ca XII sec.)

Messaggi per noi

Appena conclusa la riflessione sul Natale, il Vangelo della liturgia di oggi, il Battesimo di Gesù, ci introduce immediatamente nella narrazione della esperienza di vita e di fede di Gesù di Nazaret. Questa prima serie di domeniche “per annum” sono la vera evangelizzazione, il vero primo annuncio, dei non credenti o post-cristiani! Per i credenti narrarla di nuovo, invece, ha lo scopo di comprenderla nuovamente nei suoi significati a volte nascosti; ma anche di comprenderla alla luce degli avvenimenti della nostra vita personale e sociale di questi tempi.

Comprendere più profondamente il senso della scrittura è un compito necessario perché essa sia viva e venga compresa nel continuo cambiamento della cultura. L’interpretazione ed ermeneutica biblica ha proprio questo scopo: comprendere i significati antichi dei testi. L’attualizzazione biblica, invece, ci permette di illuminare il nostro tempo, personale e sociale, in modo che sia salvato, guarito, e bene orientato dalla parola di Dio. Questo è il senso della espressione “la chiesa ha sempre bisogno di essere evangelizzata”.

Comprendere il testo.

Il brano liturgico si apre con la promessa di Giovanni: egli vi battezzerà in Spirito Santo. Il brano che segue ci parla, infatti, del momento in cui Gesù con la sua conversione fa aprire nuovamente i cieli e ha ricevuto proprio questo Spirito.

“Tuo santo Spirito” è espressione dell’AT. Già presente nei profeti, è utilizzata dai libri sapienziali per indicare la presenza attiva di Dio (il Santo) nel cosmo e dentro di noi. Lo Spirito si manifesta come principio ordinatore e liberatore. Ambedue le promesse si realizzano attraverso l’osservanza della Legge donata da Dio per “separare” (discernere) il principio del bene contro il principio del male e per continuare l’esperienza di popolo liberato dalla schiavitù di Egitto.

L’azione dello Spirito (detta per questo sapienza) è limitata dalla libertà umana che invece è guidata dall’istinto del potere e della sopraffazione. Il principio di Caino. L’azione dello Spirito si configura, quindi, come azione educativa per il superamento delle cattive intenzioni del cuore. È il dono degli ultimi tempi nei quali Dio ci darà un cuore nuovo e uno spirito nuovo. È il dono del convincimento interiore che si realizza attraverso l’obbedienza allo Spirito.

I “tempi ultimi “ però non sono una determinazione temporale, ma qualitativa. In ogni tempo c’è la presenza dello Spirito che rende “ultimo”, fondamentale, positivo, la possibilità di realizzare la promessa messianica. È questo infatti il compito del Messia. Egli non deve introdurre i credenti in una nuova istituzione (cioè un nuovo potere) che impedisce agli uomini di sbagliare. Non deve instaurare una teocrazia o uno stato di controllo etico. Ma deve “evangelizzarli” ovvero motivarli a desiderare il bene che deriva dalla accoglienza del Vangelo.

Queste incertezze (spiritualità imposta o spiritualità proposta?) erano presenti anche nelle riflessioni religiose del tempo di Gesù. Le diverse “spiritualità” divergevano anche in questo. Aspetti di questa discussione erano anche tra Giovanni e Gesù.

Per questo i Vangeli ci riportano l’esperienza di Gesù al Giordano per essere battezzato da Giovanni quasi alo stesso modo. Chi racconta (prima) e scrive (poi) lo può fare perché ha visto la conclusione (l’esito, il compimento) della vicenda di Gesù. Ha riconosciuto in Gesù il Messia promesso, ha visto le opere di liberazione da lui inaugurate, lo stile di vita basato sulla fraternità e non violenza religiosa. Ha compreso il senso della morte di Gesù e della sua risurrezione operata dal Padre. In lui ha riconosciuto l’azione dello Spirito.

Gesù è passato dalla spiritualità di Giovanni a quella “cristiana”. Ha dato inizio ad una nuova obbedienza alla volontà di Dio. Egli si comprende figlio, servitore, amato, disponibile. Applica a se stesso tre racconti dell’AT. Egli accetterà di essere il figlio del re messianico e si lascia continuamente generare dalla sua sapienza (Sal.  2,6-8). Si sente amato, non privilegiato, perché obbediente al padre. Come Isacco che fa la domanda: dove è l’agnello per il sacrificio (Gn 22,7-8) ? Accetta di essere il servo di cui Dio si può fidare, a cui può dare l’incarico di predicare la giustizia alle genti e inaugurare l’anno giubilare (Is 42, 1-8). Nella sua esperienza aggiungerà a questi tre significati lo slogan: figlio dell’uomo che per esercitare il suo potere deve percorrere la strada del rifiuto e della sofferenza (Dan 7,13; Mc 8,31).

L’importanza della celebrazione mistero del battesimo di Gesù.
Si può narrare la vicenda di Gesù in tanti modi. La liturgia lo realizza attraverso celebrazioni. Esse narrano i “misteri” cioè i grandi significati (progetti, disegni) che Dio ci dona. Il mistero del battesimo è tra i più importanti.

La celebrazione ci descrive il battesimo in cui siamo battezzati. Non troviamo in questa liturgia molti riferimenti alla questione teologica del peccato originale. Troviamo invece la descrizione di una vocazione umana e spirituale. Questo è il senso principale del battesimo cristiano. In esso l’adulto riassume la propria decisione di seguire e continuare il battesimo di Gesù. Accetta come sua vocazione gli stessi compiti messianici del Messia. Accetta di lasciarsi guidare dallo Spirito per essere messia nel nostro tempo.

La celebrazione, inoltre, si presenta come un manifesto sociale e culturale. Indica il criterio valido in ogni tempo per comprendere il Messia da desiderare e in cui porre la nostra fiducia. La società ha bisogno di leaders, di guide, di capi. Alla figura del re che sommava in sé tutte le decisioni, è stata sostituita, a ragione, la modalità di decisione più democratica. Ma la democrazia ha bisogno di “capi di governo”. Questi vengono eletti per consenso attraverso campagne di persuasione. Il popolo vota il suo messia. Con quale criterio? I verbi che descrivono la proclamazione regale di Gesù come Cristo al Giordano sono esemplari soprattutto per una buona politica.

Rivalutare il battesimo, urgenza delle comunità cristiana. Nel tempo la comunità cristiana ha certamente ridotto e limitato il significato del battesimo. È stato utilizzato per esorcizzare la paura della morte; per mostrare la necessità della appartenenza alla chiesa, unico luogo di salvezza. È stato oggetto di discussione teologica per difendere le rispettive riforme religiose. Il concilio ci ha chiesto di recuperare i molti significati del battesimo. Perché i parroci e i vescovi non seguono questo necessario recupero della teologia e spiritualità battesimale?

Chiediamo

Padre d’immensa gloria,
tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo
il tuo Verbo fatto uomo,
e lo hai stabilito luce del mondo
e alleanza di pace per tutti i popoli;
concedi a noi che oggi celebriamo
il mistero del suo battesimo nel Giordano,
di vivere come fedeli imitatori
del tuo Figlio prediletto,
in cui il tuo amore si compiace.
Egli è Dio, e vive e regna con te..

Pubblicato da

luciano meddi

Ordinario di Catechesi Missionaria Pontificia Università Urbaniana Roma

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