Giovanni 1,6-8.19-28

vangelo.annuncio

Domenica 14 dicembre \ III di AvventoB

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Libera traduzione

La presenza della Sapienza di Dio nel mondo suscitò un desiderio di ricerca religiosa in Giovanni; questa sua esperienza di Dio fu interpretata come inizio della missione di Gesù.

Non aveva compreso fino in fondo la volontà e il mistero di Dio, come farà Gesù, ma la strada da lui aperta avrebbe favorito l’accoglienza del Vangelo e la comunità di Gesù dopo la sua morte la riconobbe come importante.

Il Battista stesso lo affermava a chi si interrogava sul senso della sua missione e insegnamento: “non sono io l’inviato definitivo di Dio. E neppure uno dei grandi interpreti della Bibbia”.

Egli si pensava come una voce, una testimonianza della verità di Dio, un richiamo a fare la sua volontà: portate a compimento la liberazione iniziata da Dio per Israele e desiderata per tutti gli emarginati, esiliati, sfruttati e falliti della vita. Egli desiderata collaborare con Dio a raddrizzare le strade che non portano alla terra promessa, la terra della solidarietà e fraternità.

Ma chi non voleva questo gli chiedeva perché battezzasse e con quale autorità; infatti insegnava a credere che la sua era l’autentica volontà di Dio. Egli sapeva che i profeti non hanno altra autorità presso i potenti, se non quella della loro morte e sacrificio, sperando che il seme di Dio vada avanti.

Così manifestò la sua convinzione: Dio sta per mandare il messia definitivo, in cui manifesterà in pienezza la sua potenza, il suo Spirito.

 

Pubblicato da

luciano meddi

Ordinario di Catechesi Missionaria Pontificia Università Urbaniana Roma

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